Artista

L'artista è chiunque dedichi buona parte della propria vita all'arte, anche se non raggiunge la notorietà.

Il numero di coloro che desiderano affermarsi  come attori, ballerini, cantanti, musicisti, pittori, poeti, registi, scultori, scrittori, ecc. cresce sempre più. Inoltre, difficilmente riescono a vivere della propria arte. Di conseguenza, nella vita fanno spesso altro per mantenersi.  

 

Io ho conosciuto delle persone che si definiscono artisti e che all’arte dedicano buona parte del loro tempo a scapito di tutto il resto (affetti, amicizie, lavoro, divertimento, viaggi ecc.). Probabilmente non sono dei veri o dei grandi artisti. Non lo so.

So però che vorrebbero volentieri giungere alla notorietà, godere della stima di altri artisti ed essere giudicati degni di lode dai critici.

 

Gli artisti sono in buona parte dei casi persone egocentriche, egoiste ed esibizioniste.

 

Non è detto però che l'artista sia necessariamente una persona eccezionale, dotata di grande sensibilità e degna di stima e rispetto.

 

C'è chi vuole fare l'artista, il gallerista e l'insegnante di Arte e Immagine, mentre in realtà non riesce ad essere un uomo degno di essere definito tale.

 

C'è chi cade in depressione, perché nessuno compra i suoi quadri, quando invece dovrebbe porsi l'obiettivo di essere semplicemente una persona onesta e corretta.

 

C'è chi non diventerà mai un grande artista, malgrado tutti gli sforzi, perché in fondo non è altro che l'essere più meschino, più gretto e più arido del genere umano.

 

Ci sono artisti che si sono messi sul piedistallo e guardano dall'alto in basso chi nella vita ha preferito fare altro. Di conseguenza, snobbano chi non è artista o critico d'arte, né si degnano di soddisfare la curiosità altrui destata dalle proprie opere.  

 

C'è chi non compra mai un quadro oppure una scultura, però ha la pretesa che gli altri acquistino i suoi quadri e le sue sculture. 

 

C'è chi apre una galleria d'arte e si illude di aver investito il proprio denaro in un'attività molto redditizia. 

 

C'è chi, per lanciare la propria galleria d'arte, decide di avvalersi della collaborazione di una ragazza molto bella e affascinante, la quale, con un misero diploma di scuola secondaria superiore e senza possedere esperienza nel settore, diventa nell'arco di due settimane l'unica curatrice delle mostre allestite all'interno della galleria. Inoltre, in occasione della prima mostra, le viene addirittura permesso di realizzare una sua idea, per nulla originale e degna di nota, come se all'improvviso fosse diventata anche un'artista di grido. Alla fine dell'idillio tra il gallerista e la curatrice, il gallerista si becca una vertenza per non averla assunta in piena regola. La curatrice viene licenziata, perché, in fondo, di arte non capisce nulla ed è brava solo ad organizzare party.   

 

C'è chi, in qualità di talent-scout da strapazzo, ha deciso di ospitare nella propria galleria d'arte le opere di giovani artiste che si distinguono più per il loro avvenente aspetto fisico che per il valore o l'originalità delle loro creazioni.

 

C'è chi crede con presunzione che le persone, che non sono in possesso di un diploma conseguito presso un'accademia di belle arti, non possano pronunziare un giudizio su un quadro o una scultura, o semplicemente esprimere un'opinione in merito ad una mostra o corrente artistica.

 

C'è chi si reputa un artista, mentre in realtà è semplicemente un miserabile scroccone.

 

Due street artist italiani, Sten & Lex, hanno realizzato uno stencil astratto sulla facciata del Palazzo dell'Economia a Bari. Sulla pagina pubblica dei due artisti su Facebook, il loro lavoro ha ricevuto centinaia di apprezzamenti. 

Riconosco che l'effetto ottico prodotto dallo stencil sul passante è senza dubbio singolare e straordinario.

Molti non sanno però che il Palazzo dell'Economia è situato in Corso Vittorio Emanuele II. Esso segna la linea di demarcazione tra Bari Vecchia e il quartiere Murat ed è una delle strade più belle della città per la leggiadria dei palazzi e delle aiuole che lo costeggiano e per la sua lunghezza (m. 748). Pertanto, ritengo che il loro stencil mal si concilia con gli edifici adiacenti, tra cui il Palazzo del Governo (un antico convento dei Padri Domenicani soppresso nel 1809 e ristrutturato tra il 1815 e il 1830 per accogliere gli uffici dell'Intendenza, di color rosso pompeiano).

A Bari non mancano purtroppo i palazzi o le strade da rivalutare, ristrutturare o abbellire con uno stencil dei due famosi artisti. Ecco cosa avrei suggerito: la facciata delle case popolari ubicate su viale Orazio Flacco, l'Executive Center di Via Amendola, buona parte del quartiere San Paolo, ecc... Alcune foto in merito possono essere visualizzate nella galleria dedidata alla città di Bari, presente su questo sito.

 

C'è chi dipinge quadri che sono di difficile lettura e interpretazione per suo espresso volere. Penso che quanto più un quadro ostenti chiusura, incomunicabilità, mistero ed enigma, tanto meno sarà in grado di colpire ed emozionare l'osservatore. Si ha quasi l'impressione che l'artista abbia dipinto unicamente per se stesso. Di conseguenza, nessuno avrà desiderio di acquistarlo, né di votarlo. 

 

C'è chi, dopo aver compreso che non avrebbe mai raggiunto il successo in campo artistico, ripiega sull'attività di critico d'arte.

 

Se l'artista si mette sul piedistallo, il critico d'arte crede di essere sul monte Olimpo. Incomincia quindi ad organizzare eventi, seminari, mostre e concorsi artistici, rilascia interviste, gira video e pubblica cataloghi con la pretesa che vengano acquistati per aiutare, con il ricavato delle vendite, gli artisti contemporanei a sopravvivere. 

 

C'è chi, in qualità di critico d'arte e in occasione di un vernissage, scrive una presentazione prolissa e incomprensibile che, di conseguenza, si legge con grande fatica, anche perché il pseudocritico non può vantarsi di avere una padronanza della lingua e una proprietà di linguaggio pari a quelle che il famoso scrittore francese Marcel Proust rivelò nei suoi romanzi. 

 

C'è chi crede erroneamente che solo "l'artista percepisce con la sua sensibilità cose che gli altri non riescono a sentire, va al di là delle apparenze, guarda le cose non per quello che sono o appaiono, ma per quello che possono significare: le interpreta..." (A. De Martino).

 

C'è chi è convinto che "dietro ogni artista c'è un mondo infinito da scoprire, spesso celato, a volte incompreso..." (A. De Martino). Io direi piuttosto che dietro ogni essere umano c'è un mondo infinito da scoprire. Chi crede invece che questa sia una prerogativa degli artisti, ha preso la più grossa cantonata della sua vita.

 

C'è chi in un suo quadro esprime il suo bisogno di essere amato, ma un tale artista si chiede mai se, in vita sua, lui ha mai amato veramente qualcuno e, se crede di sì, si chiede mai quanto amore è stato in grado di dare alla persona amata? Se io fossi stato un pittore, avrei dipinto un quadro decisamente diverso. A lettere cubitali di color rosso su sfondo grigio, avrei dipinto: IO SO AMARE.

 

C'è chi non riesce a vivere della propria arte, malgrado si prodighi continuamente per raggiungere fama e successo. Di conseguenza, spesso capita che per mantenersi svolga lavori che non hanno nulla a che fare con l'arte. Ciò nonostante, appena può, non perde occasione per far sapere ai colleghi che, in realtà, nella vita è un artista. Per buona educazione, i colleghi sorridono e dicono qualche frase di circostanza, ma probabilmente a qualcuno di loro piacerebbe molto potergli dire: "Ma chi se ne frega! Non sei qui per fare l'artista! Fa' il lavoro per cui sei stato assunto e non rompere le scatole! Piuttosto evita di fare il lavativo!"

 

C'è una tale sovrabbondanza di opere d'arte di artisti contemporanei che i cosiddetti fruitori si sentono stufi dell'ennesima mostra nell'ennesima galleria d'arte. Tra cent'anni molti di questi artisti saranno già caduti nell'oblio. E che ne sarà delle loro opere? Forse finiranno abbandonate negli scantinati, perché neanche gli eredi degli artisti vorranno farne mostra nelle proprie dimore.

 

C'è chi sopravvaluta il valore artistico delle proprie opere, rendendosi inevitabilmente ridicolo agli occhi altrui.

 

C'è chi fa un po' pena, ogniqualvolta elemosina per le proprie opere d'arte un "mi piace" sulle pagine di Facebook. 


Nel film "Marguerite" il regista Xavier Giannoli vuole far riflettere lo spettatore su come si possa passare una vita intera a credere di avere un talento che non si ha. Pertanto, è un film che raccomando a tutti coloro che sono convinti di essere degli artisti.