Mi è capitato di leggere su FB una questione irrilevante e superflua (“Non sopporto le vagine depilate al minimo, se non completamente, come va di moda ora nelle donne. Essendo un uomo di 55 anni, appartengo, ancora, a una generazione per la quale la peluria pubica femminile aveva un’alta componente erotica-sensual-sessuale…”), questione sollevata da una persona che non conosco e che, per questo motivo, non mi permetto di giudicare.
C'è chi pensa che "ci siano precisioni terminologiche che possono sfuggire per distrazione o perché un termine è più usato dell'altro e quindi nel senso comune viene assimilato come onnicomprensivo dell'organo genitale femminile".
Io parlerei piuttosto di correttezza terminologica. Il termine vulva non è più preciso di quello di vagina, ma è semplicemente il termine corretto. Riconosco che spesso nella lingua
parlata si finisce con l'usare un vocabolo per un altro in maniera erronea, senza che la comprensione del messaggio da parte del nostro interlocutore sia compromessa. Tuttavia, nella lingua
scritta errori così grossolani si tollerano a fatica. Soprattutto quando vengono commessi ripetutamente da individui che si spacciano per intellettuali, critici d'arte e poeti. Il fatto che circa
300 persone abbiano commentato senza accorgersene, non mi stupisce. Probabilmente a qualcuno gli errori in questione sono sfuggiti. Ma sicuramente le altre 297 persone ignorano che questi due
termini designano due parti diverse del corpo femminile, anche se contigue.